lunedì 28 agosto 2017

Julia Augusta Bagiennorum

Anfiteatro

Ci troviamo a Bene Vagienna, in provincia di Cuneo. Si tratta di un piccolo comune di circa 3.500 persone situato nella pianura cuneese, tra due affluenti del Tanaro (Mondavia e Cucetta).

Julia Augusta Bagiennorum, così era chiamata dai romani l'odierna Bene Vagienna, oppidum del popolo dei Liguri Bagienni che occupavano il territorio tra il Po' ed il Tanaro, sorgeva a circa 2 km dalla città odierna, presso la frazione di Roncaglia.



L'area archeologica è sottoposta a tutela fin dal 1933, quando fu creata la riserva speciale di 243 ha. I Bagienni furono cacciati dal loro centro da popolazioni celtiche, soprattutto dai Boi, dirigendosi in Emilia-Romagna, nella zona di Bobbio. Furono conquistati dai romani verso la metà del II secolo a.C. e poi inglobati nell'impero romano.



Il centro era di importanza strategica per il controllo tra la Pianura Padana, le valli degli affluenti del Po e i valichi alpini.
Il centro sorgeva a nord del torrente Mondalavia e i suoi resti sono visibili in parte con un foro cittadino (ancora quasi completamente ricoperto), un teatro, un anfiteatro, un tempio, una basilica, le terme e un acquedotto.
Era una delle più importanti città dell'Italia nord-occidentale, indicata dai romani come Gallia Cisalpina.

Caduta al tempo delle invasioni barbariche Augusta venne seppellita e solo nel 901 si ritrovò il primo documento di storia medievale di Bene, chiamata poi dal 1862 Bene Vagienna.
Fu una pianura delimitata dalla Stura e dal Tanaro che Giuseppe AssandriaGiovanni Vacchetta, due studiosi locali, iniziarono le ricerche e con ripetuti scavi reperirono un primo rilievo dell'antica città sepolta sotto circa 50 cm. Essi riportarono alla luce Augusta tra il 1894 e il 1925.



CURIOSITA': fu citata anche da Plinio Il Vecchio.

Modalità di visita

Orario: tutti i giorni dall'alba al tramonto.
Tariffe: l'ingresso è gratuito con visita libera.
Visita: il percorso comprende la visita ai resti dell'anfiteatro, del teatro, della basilica medievale e del cosiddetto Capitolium; è identificato da una passerella lignea e scandito da pannellistica bilingue che illustra i principali monumenti dell'area. La durata della visita è di circa 1 ora.

Basilica cristiana

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Dertona ed i suoi monumenti sepolcrali



Tortona o Dertona? Potremmo dire che il vero nome della cittadina piemontese in provincia di Alessandria sia Dertona, inizialmente città dei liguri. 
Gli storici sono ormai concordi nel pensare che il primo insediamento abitativo si sia realizzato in epoca preistorica, tra l'VIII e il V secolo a.C., ad opera dei liguri. Questi ultimi si trovavano su un villaggio fortificato sulla collina, dominando così la pianura, allora paludosa. 

Arrivano poi i romani nel 120 a.C. trasformandola in loro colonia, come racconta Valleio Patercolo (storico latino). Stando a quest'ultimo Tortona sarebbe la più antica colonia romana del Piemonte, precedendo di 23 anni Ivrea (Eporedia). 
Tra il 40 ed il 30 a.C. il territorio di Dertona è oggetto di una seconda colonizzazione: Ottaviano assegna terre dertonine ai suoi veterani di guerra; in seguito a questo episodio la città verrà appellata Julia Dertona.

Via Emilia (ex via Postumia)

Dertona assunse una grande importanza in epoca romana grazie alla sua posizione strategica, già individuata dai liguri, rafforzata dalle vie consolari Postumia, Emilia Scaura e Fulvia. 
Questa città ha molte tracce della centaurizzazione: mura, acquedotto e monumenti sepolcrali. 

LA NECROPOLI ROMANA
La necropoli romana si trova in un'area con destinazione funeraria a partire dalla seconda età del Ferro e si attesta una continuità d'uso ancora in età tardoantica e medievale. 
Si colloca lungo il tracciato della Via Postumia (attualmente via Emilia) fuori Porta Ticinensis.
E' nota almeno dall'inizio del Novecento per l'emergenza di ciò che rimane dei suoi imponenti e maestosi monumenti funerari (oggi visibili sui lati della strada) e per il rinvenimento di numerose iscrizioni, soprattutto paleocristiane e altomedievali.
Si possono ammirare due monumenti funerari a podio, databili alla prima età augustea, uscendo da Tortona in direzione Voghera, in via Emilia all'incrocio con via F.lli Pepe.
Queste due strutture furono costruite in blocchi di arenaria e sono prive di camera sepolcrale interna, infatti erano utilizzate come monumenti di copertura del luogo di sepoltura. Furono poi abbandonate in età imperiale.



Proseguendo in via Emilia all'incrocio con via degli Orti sono presenti una struttura a recinto ed un rudere, unico resto visibile di un altro complesso di due monumenti funerari.
I monumenti funerari sono quindi dislocati e questo fa presumere che i sepolcri non si trovassero a distanze costanti, ma che invece fossero organizzati per nuclei ad iniziare dalle zone più prossime al centro urbano.
Si pensa, quindi, che dal periodo antico e altomedievale si siano iniziate ad occupare le aree comprese tra i vari nuclei sepolcrali, infatti una frequentazione della necropoli nel periodo tardo romano è attestata nella collezione epigrafica paleocristiana ritrovata.


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venerdì 4 agosto 2017

Chiare, fresche e dolci acque alla plage de Paraguan


L'idilliaca spiaggia del Paraguano si trova in Corsica, vicino a Bonifacio. Per arrivarci bisogna intraprendere una strada inizialmente sterrata e larga e successivamente in cemento, strettissima ed in discesa. Le difficoltà maggiori si presentano al ritorno: se si incrociano una o più macchine in senso opposto la situazione può diventare molto complessa ed è per questo che è consigliabile recarcisi a piedi (almeno che non siate in moto).
Tuttavia questa piccola spiaggia ne vale davvero la pena! Non c'è mai tanta gente, anzi, solitamente si possono incontrare 10/20 persone.

L'acqua è cristallina e di un turchese tendente al verde (come molte delle spiagge di queste zone); la sabbia è bianchissima e finissima: sembra di camminare sul velluto!
E' contornata da montagne semi-rocciose che rendono il paesaggio molto particolare, soprattutto se messo in relazione con il mare.


Da questa spiaggia è possibile intraprendere un sentiero costiero in parte sotto la vegetazione e in parte non riparato. Vi condurrà alla spiaggia della Tonnara, dove vi è nuovamente una sabbia finissima in un'acqua limpida e azzurra. Attorno alla baia della Tonnara troviamo un paesaggio roccioso, soprattutto con granito rosso, in cui si formano deliziose calette e dove crescono numerose piante grasse coloratissime e della macchia mediterranea.
Dal spiaggia del Paraguano alla Tonnara il tempo impiegato è di circa di due ore.

La Tonnara
Una delle tante calette alla Tonnara
Se desiderate riempirvi gli occhi ed il cuore di bellezza recatevi in questa meravigliosa baia. Io ne sono rimasta innamorata.
Ricordatevi, la Corsica è pace, natura, tranquillità, ordine e pulizia, se non rispetterete queste caratteristiche non sarete i benvenuti.







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giovedì 3 agosto 2017

Storia e cultura ad Aleria


La Corsica non è solo mare e montagna, ma una terra con una grande storia. Da sempre, insieme alla Sardegna, fu una delle mete preferite dai popoli preromani. 
Aleria, insieme a Mariana, fu la città romana più importante dell'isola.

Nel V secolo a.C. lo storico Erodoto citò l'arrivo da Oriente di un gruppo di Greci focesi ad Alalié (nome greco della città) cacciati dai Persi verso il 545 a.C. dalle rive dell’Asia Minore. All’arrivo trovarono una colonia greca che occupava Aleria già da vent'anni. Oggi solo alcuni frammenti di ceramica a figure nere ricordano questo momento evocato da Erodoto. 

A sud, nella sinuosità del tufo ai margini dei terreni agricoli, si trova la necropoli di Casabianca, la quale rivela arredi funerari del V e IV secolo a.C., costituiti soprattutto da cocci di vasi etruschi e greci. Questo lascia supporre rapporti stretti con il nord dell'Etruria, anche se la natura di questi ultimi resta ancora da definire. Ma la necropoli è anche testimonianza di una società preromana corsa con una cultura influenzata da Cartagine e Iberia.

Cratere del Pittore di Pan, V secolo a.C.


Aleria è situata più a nord di Mariana e fu fondata nel II secolo a.C. Ci fu un popolamento avvenuto mediante una colonizzazione in diverse ondate attribuibili rispettivamente a Silla verso l'81 a.C., a Pompeo tra il 79 e il 50 a.C., a Cesare nel 46 a.C. e ad Augusto attorno al 24 a.C.
Questi molteplici cambiamenti di regime lasciano tracce nella struttura architettonica della città.
I monumenti principali si dispongono intorno ad un foro i cui lati porticati costituivano la facciata dei negozi
Durante il I secolo d.C. Aleria conserva un’attività economica basata sull’agricoltura e sulla selvicoltura ed inoltre assume anche un carattere militare (i bastioni, infatti, vennero ristrutturati).
La città si evolverà fino alla tarda antichità e subirà numerose modifiche ed interventi visibili sugli edifici o nella disposizione generale degli assi viari.

A partire dal IV secolo d.C. la città sembra conoscere un graduale declino.
Una lettera del VI secolo di Gregorio I ci racconta della presenza di un vescovo ad Aleria, ma non è ancora stata trovata alcuna cattedrale.
Nel XIII secolo sembra esserci una fase di sfruttamento delle rovine: consisteva nel riciclaggio di elementi architettonici che venivano trasformati in calce o riutilizzati nella costruzione di opere murarie. Si possono osservare tracce di questo fenomeno sull’arco occidentale, dove si vedono impronte in negativo di rivestimenti mancanti.
Lo sfruttamento delle rovine, che sembra essere durato fino al XIX secolo (un periodo di tempo lunghissimo!), potrebbe spiegare la scarsità di marmo nel sito.

Parte Ovest del Foro con le rovine dell'arco occidentale
Rovine dell'arco occidentale

Il Foro fu costruito fra il II e I secolo a.C. Durante i secoli successivi è stato effettuato un rialzo di 40/50 cm, supportato da una lastricatura di scisto, parzialmente visibile ancora oggi. Al centro della piazza è ancora presente lo zoccolo di una statua, probabilmente quella di Augusto e dei suoi figli.
Le botteghe sono meglio conservate nella parte meridionale del foro che in quella settentrionale; si nota una successione di monolocali con due aperture, una verso il portico ed il Foro e l’altra sul cortile.

Due vie si incrociano nell’angolo meridionale del grande monumento. Si tratta di due strade principali, decumano e cardo. C’è poi un terzo asse parallelo al cardo nell’estremità occidentale della città ai margini del precipizio che domina la pianura di Tavignanu.

Dal Foro l’accesso all’asse meridionale è materializzato da un arco augusteo di cui restano soltanto i ruderi. L’entrata della galleria settentrionale del monumento situato ad Est è segnata da un arco più antico dell’epoca di Silla. Su questo sussistono ancora blocchi in roccia calcarea ed un resto di muratura in opus reticulatum.

Tempio nella parte Est del Foro

 Alla fase attuale degli scavi risultano due templi speculari, ad Est e a Ovest del Foro. Il tempio Est, che conserva alcuni elementi architettonici risalenti alle epoche di Silla e di Augusto, fu riabilitato ai tempi di Adriano.
Il tempio Ovest è costruito su una sopraelevazione artificiale del terreno, e fu edificato sulla base di un edificio più antico, di II secolo a.C., di dimensioni inferiori.

In epoche differenti furono realizzati più di dieci serbatoi, pubblici o privati. L’approvvigionamento della città di Aleria si basava sulla raccolta dell’acqua piovana possibile grazie ad un sistema di canalizzazione in terracotta o in piombo.

Troviamo anche il Balneum, una dimora imponente costituita da diverse stanze costruire attorno a tre cisterne (rifornite direttamente dalla tettoia). Questo edificio disponeva di terme proprie di cui sono visibili le vestigie della parte Ovest del monumento.

Sono visibili, inoltre, altri due stabilimenti termali; il primo è situato a settentrione del tempio occidentale e si tratterebbe delle “terme di giù”, apparentemente pubbliche e utilizzate durante l’Alto Impero Romano, mentre il secondo si trova nella parte posteriore del grande monumento occidentale.



Ad Aleria, nel Forte di Matra, è allestito il Museo Dipartimentale Jérôme Carcopino, il quale espone una parte delle collezioni provenienti dagli scavi della necropoli di Casabianca. È esposto il contenuto delle maggiori tombe, comprendente ceramiche, armi ed utensili vari di origine greca, italica, punica ed indigena che accompagnavano il defunto nella sua dimora. Tra le ceramiche vi sono pezzi notevoli, tra cui un Cratere del Pittore di Pan ed un Cratere del Pittore di Berlino, entrambi risalenti al V secolo a.C.

Il cortile interno del Forte di Matra
 
Forte di Matra

STORIA DELLA RICERCA
I resti della città antica di Aleria sono descritti per la prima volta da Prosper Mérimée (1803-1870) dopo il suo viaggio come ispettore in Corsica nel 1839. Cita soprattutto l’arco occidentale e le fasce di livellamento della costruzione rettangolare laterale.
Tra il 1955 e il 1960 Jean Jehasse intraprende i primi scavi importanti. Questo periodo è segnato dalla scoperta del Foro e di una grande parte dell’insediamento romano attualmente visibile. Viene anche trovata la necropoli di Casabianca a circa 1000 metri a sud dall’insediamento antico e viene scavata tra il 1960 ed il 1981.

Una delle teche conservate al Museo di Aleria








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