venerdì 1 settembre 2017

Il Voltone di Tortona, ciò che rimase dopo il passaggio di Napoleone



Appena sopra al centro di Tortona si trova il colle Savo, luogo in cui il popolo dei liguri, tra l'VIII e il V secolo a.C., costruì un villaggio fortificato per dominare la pianura, all'epoca paludosa (l'antica Dertona). Su questa collina troviamo varie rovine di epoche differenti, tra cui il cosiddetto Voltone
Qui sorge il Parco del Castello di Tortona, un luogo ricco di vegetazione e di ampi spazi in cui si possono trascorrere momenti di relax. 



Il Voltone

Si tratta di una torre, divenuta oggi uno dei simboli della città, la quale faceva parte della fortezza sabauda di San Vittorio


Storia

Tra l'VIII e il V secolo a.C. sul colle Savo i liguri fondarono un villaggio, il castelliere. Con la colonizzazione da parte dei romani (intorno al 123 a.C.) questo luogo fu trasformato in castrum ed il nucleo della città si espanse ai piedi della collina, nella pianura bonificata. 

Successivamente, con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e le continue incursioni barbariche, Dertona dovette affrontare un periodo di crisi e la popolazione si ritirò intorno al castrum, infatti la Tortona medievale si espandeva principalmente sulle pendici del colle. 

Nel 1155 la città venne assediata dai Barbarossa e nel 1165 venne distrutta dalle truppe di Pavia. Successivamente, con l'aiuto di Milano, Tortona venne ricostruita
Questa ricostruzione portò ai piedi del colle il centro della vita cittadina e del commercio, lasciando invece su di esso il castello, la cattedrale e altri edifici governativi e religiosi. 

Nel 1347 la città venne annessa al Ducato di Milano. I Visconti rinforzarono le mura cittadine ed il castello. Quest'ultimo, nel 1499, non riuscì a far fronte alle truppe di Carlo VIII di Francia  a causa delle armi da fuoco, dovendo così arrendersi. 

Nel 1535 Tortona passò al dominio spagnolo che eseguì grandi lavori di fortificazione, costruendo una cinta bastionata intorno alla città e ampliando il castello, rendendolo più moderno. 
La nuova fortezza era divisa in due parti, quella alta e quella bassa. Alcuni spazi risalenti a prima del 1000, come il Palazzo Vescovile, vennero distrutti, mentre la cattedrale fu chiusa al culto e inglobata nelle nuove costruzioni. La cattedrale sopravvisse fino al 1609, quando un fulmine colpì il campanile (usato come polveriera) e la fece esplodere. 

Nel 1706 il dominio di Tortona passò agli austriaci ed in seguito la città fu nuovamente vittima di assedi che la devastarono e che misero in luce tutte le sue debolezze e mancanze. Per questo Vittorio Amedeo III di Savoia, dopo che Tortona era passata al Regno di Sardegna nel 1738, decise di ricostruire ex novo il forte. Il progetto fu affidato all'ingegnere militare Lorenzo Bernardino Pinto

Il forte

G.P. Bacetti, Assedio di Tortona
Pinto aveva elaborato i concetti di Marc-René de Montalembert. Il forte aveva la forma di un rettangolo irregolare di 150 x 200 metri. I bastioni, con volte a più piani, erano utilizzati come magazzini. 
Il forte era molto elevato per potersi difendere in maniera ottimale, la parte più bassa del cortile era di 30 metri fino ad arrivare a 54 metri. Dove il fossato era tagliato nella roccia l'altezza era di 24 metri. 
L'aspetto del forte era straordinario, intimoriva chi lo osservava grazie alle sue altezze e proporzioni, infatti la sua forma allungata ricordava quella di una nave da guerra. 
Le idee di Pinto erano luminari, infatti il forte di San Vittorio non si rispecchiava nelle altre fortificazioni contemporanee, ma in quelle successive, come il Forte di Bard in Valle d'Aosta. 




L'ultimo assedio e la sua demolizione

Nel 1799 le truppe francesi si erano assestate nelle fortificazioni di Alessandria e di Tortona. La Cittadella di Alessandria venne presa in sole due settimane, nonostante la guarnigione fosse più forte di quella di Tortona. 
Gli ingegneri piemontesi avevano avvertito le truppe austriache che ci sarebbero voluti almeno cinque mesi per espugnare la fortezza, ma il generale Lopez era convinto di poterci riuscire in meno di cinque settimane. Il generale, però, si sbagliava, infatti i cannoni del forte martoriavano le truppe austriache, le quali avevano dovuto costruire le trincee in elevazione, senza poterle scavare per via del durissimo terreno. Nel frattempo, però, i francesi erano stati sconfitti nella battaglia di Novi e la fortezza di Tortona era rimasta di fatto isolata. Così i tortonesi e gli austriaci concordarono per una resa con l'onore delle armi da parte degli assediati se non fosse giunto nessuno in loro aiuto entro l'11 Settembre. E fu così, che in quella giornata, la fortezza fu presa dagli austriaci dopo aver dimostrato un enorme valore, essendo riuscita a resistere per lungo tempo ad uno degli eserciti più potenti dell'epoca. 

Con la battaglia di Marengo i francesi riuscirono a riprendersi Tortona potenziando il forte. In seguito, a causa di accordi presi tra Napoleone e lo Zar di Russia il castello fu demolito, con l'ausilio di mine, nell'aprile del 1801.

L'unica parte sopravvissuta alla demolizione fu il Voltone, oggi simbolo di una grande forza e volontà della città di Tortona. 




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