giovedì 3 agosto 2017

Storia e cultura ad Aleria


La Corsica non è solo mare e montagna, ma una terra con una grande storia. Da sempre, insieme alla Sardegna, fu una delle mete preferite dai popoli preromani. 
Aleria, insieme a Mariana, fu la città romana più importante dell'isola.

Nel V secolo a.C. lo storico Erodoto citò l'arrivo da Oriente di un gruppo di Greci focesi ad Alalié (nome greco della città) cacciati dai Persi verso il 545 a.C. dalle rive dell’Asia Minore. All’arrivo trovarono una colonia greca che occupava Aleria già da vent'anni. Oggi solo alcuni frammenti di ceramica a figure nere ricordano questo momento evocato da Erodoto. 

A sud, nella sinuosità del tufo ai margini dei terreni agricoli, si trova la necropoli di Casabianca, la quale rivela arredi funerari del V e IV secolo a.C., costituiti soprattutto da cocci di vasi etruschi e greci. Questo lascia supporre rapporti stretti con il nord dell'Etruria, anche se la natura di questi ultimi resta ancora da definire. Ma la necropoli è anche testimonianza di una società preromana corsa con una cultura influenzata da Cartagine e Iberia.

Cratere del Pittore di Pan, V secolo a.C.


Aleria è situata più a nord di Mariana e fu fondata nel II secolo a.C. Ci fu un popolamento avvenuto mediante una colonizzazione in diverse ondate attribuibili rispettivamente a Silla verso l'81 a.C., a Pompeo tra il 79 e il 50 a.C., a Cesare nel 46 a.C. e ad Augusto attorno al 24 a.C.
Questi molteplici cambiamenti di regime lasciano tracce nella struttura architettonica della città.
I monumenti principali si dispongono intorno ad un foro i cui lati porticati costituivano la facciata dei negozi
Durante il I secolo d.C. Aleria conserva un’attività economica basata sull’agricoltura e sulla selvicoltura ed inoltre assume anche un carattere militare (i bastioni, infatti, vennero ristrutturati).
La città si evolverà fino alla tarda antichità e subirà numerose modifiche ed interventi visibili sugli edifici o nella disposizione generale degli assi viari.

A partire dal IV secolo d.C. la città sembra conoscere un graduale declino.
Una lettera del VI secolo di Gregorio I ci racconta della presenza di un vescovo ad Aleria, ma non è ancora stata trovata alcuna cattedrale.
Nel XIII secolo sembra esserci una fase di sfruttamento delle rovine: consisteva nel riciclaggio di elementi architettonici che venivano trasformati in calce o riutilizzati nella costruzione di opere murarie. Si possono osservare tracce di questo fenomeno sull’arco occidentale, dove si vedono impronte in negativo di rivestimenti mancanti.
Lo sfruttamento delle rovine, che sembra essere durato fino al XIX secolo (un periodo di tempo lunghissimo!), potrebbe spiegare la scarsità di marmo nel sito.

Parte Ovest del Foro con le rovine dell'arco occidentale
Rovine dell'arco occidentale

Il Foro fu costruito fra il II e I secolo a.C. Durante i secoli successivi è stato effettuato un rialzo di 40/50 cm, supportato da una lastricatura di scisto, parzialmente visibile ancora oggi. Al centro della piazza è ancora presente lo zoccolo di una statua, probabilmente quella di Augusto e dei suoi figli.
Le botteghe sono meglio conservate nella parte meridionale del foro che in quella settentrionale; si nota una successione di monolocali con due aperture, una verso il portico ed il Foro e l’altra sul cortile.

Due vie si incrociano nell’angolo meridionale del grande monumento. Si tratta di due strade principali, decumano e cardo. C’è poi un terzo asse parallelo al cardo nell’estremità occidentale della città ai margini del precipizio che domina la pianura di Tavignanu.

Dal Foro l’accesso all’asse meridionale è materializzato da un arco augusteo di cui restano soltanto i ruderi. L’entrata della galleria settentrionale del monumento situato ad Est è segnata da un arco più antico dell’epoca di Silla. Su questo sussistono ancora blocchi in roccia calcarea ed un resto di muratura in opus reticulatum.

Tempio nella parte Est del Foro

 Alla fase attuale degli scavi risultano due templi speculari, ad Est e a Ovest del Foro. Il tempio Est, che conserva alcuni elementi architettonici risalenti alle epoche di Silla e di Augusto, fu riabilitato ai tempi di Adriano.
Il tempio Ovest è costruito su una sopraelevazione artificiale del terreno, e fu edificato sulla base di un edificio più antico, di II secolo a.C., di dimensioni inferiori.

In epoche differenti furono realizzati più di dieci serbatoi, pubblici o privati. L’approvvigionamento della città di Aleria si basava sulla raccolta dell’acqua piovana possibile grazie ad un sistema di canalizzazione in terracotta o in piombo.

Troviamo anche il Balneum, una dimora imponente costituita da diverse stanze costruire attorno a tre cisterne (rifornite direttamente dalla tettoia). Questo edificio disponeva di terme proprie di cui sono visibili le vestigie della parte Ovest del monumento.

Sono visibili, inoltre, altri due stabilimenti termali; il primo è situato a settentrione del tempio occidentale e si tratterebbe delle “terme di giù”, apparentemente pubbliche e utilizzate durante l’Alto Impero Romano, mentre il secondo si trova nella parte posteriore del grande monumento occidentale.



Ad Aleria, nel Forte di Matra, è allestito il Museo Dipartimentale Jérôme Carcopino, il quale espone una parte delle collezioni provenienti dagli scavi della necropoli di Casabianca. È esposto il contenuto delle maggiori tombe, comprendente ceramiche, armi ed utensili vari di origine greca, italica, punica ed indigena che accompagnavano il defunto nella sua dimora. Tra le ceramiche vi sono pezzi notevoli, tra cui un Cratere del Pittore di Pan ed un Cratere del Pittore di Berlino, entrambi risalenti al V secolo a.C.

Il cortile interno del Forte di Matra
 
Forte di Matra

STORIA DELLA RICERCA
I resti della città antica di Aleria sono descritti per la prima volta da Prosper Mérimée (1803-1870) dopo il suo viaggio come ispettore in Corsica nel 1839. Cita soprattutto l’arco occidentale e le fasce di livellamento della costruzione rettangolare laterale.
Tra il 1955 e il 1960 Jean Jehasse intraprende i primi scavi importanti. Questo periodo è segnato dalla scoperta del Foro e di una grande parte dell’insediamento romano attualmente visibile. Viene anche trovata la necropoli di Casabianca a circa 1000 metri a sud dall’insediamento antico e viene scavata tra il 1960 ed il 1981.

Una delle teche conservate al Museo di Aleria








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